Museo delle Nuvole:

  • E’ stata la Regione del Veneto a occuparsi della riconversione del forte mentre il famoso scalatore ha messo a disposizione il suo patrimonio di reperti, foto, studi, opere d’arte per raccontare l’essenza dei monti. L’inaugurazione è avvenuta nei giorni 28, 29 e 30 giugno 2002, con grande concorso di pubblico. I media di tutta Europa hanno parlato del nuovo “museo nelle nuvole” di Reinhold Messner. E’ un museo sulle testimonianze più significative delle conoscenze e del sapere, realizzato attraverso un progetto innovativo, rispettoso della natura e della storia, destinato a muovere l’attenzione del mondo scientifico. L’idea aveva trovato sostenitori a tutti i livelli politici e amministrativi, perché c’era bisogno di fermare il degrado a cui sono esposte le culture tipiche della montagna ma occorreva, soprattutto, un intervento coraggioso per il rilancio, su base nazionale ed europea, dei patrimoni, umani e ambientali, di cui soprattutto la montagna è portatrice. Il Monte Rite, un ecosistema integro, una struttura da recuperare, è parsa sede ideale. Da quassù si dominano le splendide valli delle Dolomiti: il Cadore, la conca di Cortina d’Ampezzo, la Valle di Zoldo, le vette dell’Agordino fino alla Marmolada; due colossi, l’Antelao e il Pelmo, sono le sentinelle rassicuranti di una dorsale rocciosa, coperta di licheni e di muschi, paradiso di naturalisti e di botanici, di quanti amano la quiete e il dialogo con se stessi. La colomba della pace si è nuovamente posata qui per insegnare il rispetto e la tolleranza, l’amore per la scienza e per l’arte, insomma i valori universali che da sempre muovono l’uomo.
  • Accessibilità
    Realizzato dal Comune di Valle di Cadore in collaborazione col Comune di Cibiana, su progetto del dottore forestale Luigi Ciotti, un percorso didattico eccezionalmente panoramico si offre all’escursionista. Un sentiero ad anello di oltre sei chilometri che abbraccia e circonda la parte superiore del massiccio del Monte Rite.
    L’interesse dell’itinerario, che ha recuperato i sentieri militari concepiti e realizzati prima della Grande Guerra, è dato, oltre che per l’aspetto paesaggistico e panoramico, dalla presenza e dalla varietà di numerosi ambienti che sfumano tra loro, passando dalle zone di prateria e di pascolo di quota alle formazioni arbustive e pioniere, ai boschi di altitudine e alla stessa roccia con un tratto del sentiero leggermente esposto (la corda metallica a disposizione garantisce la sicura transitabilità) ma eccezionalmente panoramico e di notevole bellezza.

I murales di Cibiana:

  • Il paese che ha lasciato dipingere la sua storia aprendo agli altri la propria anima.
  • E’ difficile arrivare a Cibiana per caso, dato che il paese ed i suoi due borghi fratelli – Pianezze e Masarié – sono rimasti in disparte dal gran movimento che un tempo animava il Cadore: il torrente Rite, che ha solcato la valle   dove si trova Cibiana, non era infatti adatto alla discesa dei tronchi a differenza del Boite – poco più sotto – che infatti poteva vantare uno dei più importanti cìdoli dell’intero bacino del Piave, il più grande fornitore di legname della Serenissima Repubblica Veneta. E un cìdolo, per chi non lo sapesse, nella sua funzione di sbarramento per l’assemblaggio e lo smistamento del legname che fluitava sulle vie d’acqua, rappresentava un polo di attrazione e di aggregazione economico-sociale ben rilevante.Cibiana
  • Certamente di rilevante importanza per questo territorio fu nel XIII sec. la scoperta delle miniere di ferro a Dubiea e in Vallinferna, la presenza così vicina della materia prima ha favorito in Cibiana l’inizio di una importante attività artigianale allora, industriale ora, di produzione di chiavi. Il paese un tempo contava oltre duemila abitanti di cui i boschi, i pascoli e le malghe dei pendii del monte Rite e del Sassolungo a malapena soddisfacevano le esigenze di sopravvivenza. E’ così che molti di loro se ne sono andati altrove favorendo il fenomeno dell’emigrazione che accomuna tutte le terre povere e dove vivere è “fatica”.
  • Poi, ecco saltar fuori un’idea balorda: facciamo di queste case vecchie – per buona parte abbandonate – un’esposizione permanente, un quadro diffuso e collettivo. E come in una inconsapevole operazione psicanalitica, il paese ha lasciato dipingere la sua storia, ha aperto agli altri la propria anima. E se il Cadore ha in Pieve il suo maestro Tiziano, ha in Cibiana un laboratorio permanente di molti pittori e di molte pitture che parlano di vita vissuta, di mestieri, di accadimenti, di fatti e di passioni. Tra le molte, dunque una nuova “chiave”. Ma per entrare nel cuore.