Le Dolomiti di Zoldo sono frequentate da alpinisti di tutto il mondo per le possibilità che offrono ad arrampicatori di ogni livello.
A dominare la scena sono il maestoso Pelmo e la grande Civetta, regno del sesto grado dove è nata la storia dell’alpinismo dolomitico. Ma non sono da meno il massiccio del Moiazza, gli eleganti Spiz di Mezzodì, le imperiose pareti del Bosconero.
Anche per i ferratisti ci sono possibilità di indiscusso valore: sulla Moiazza la ferrata Costantini, fra le più impegnative delle Dolomiti, sulla Civetta sale la ferrata degli Alleghesi; la Tissi raggiunge il rifugio Torrani, a 3.000 metri di quota.
Alcuni esempi:
Ferrata Tissi
Quota massima: 2984m
Difficoltà: molto difficile
Partenza:
- Chiesa di Zoldo Alto (1252 m), statale 347, pochi chilometri a valle del Passo Duran;
- Palafavera (1507 m), statale 251, pochi chilometri a nord dell’abitato di Pecol di Zoldo Alto
- Listolade (683 m), statale 203, a nord di Agordo.
Punti d’appoggio: Rifugio Sonino al Coldai, Rifugio Vazzoler al Col Negro di Pelsa.
Dislivelli: dal Rifugio Vazzoler al Rifugio Torrani 1300 m.
Tempi di percorrenza: 6.30/7.30
Percorso:
A seconda del punto di partenza prescelto, si seguiranno percorsi diversi, che però confluiscono poi nel sentiero n.558 per Van delle Sasse, dove si trova l’attacco della Ferrata Tissi.
Si sale, dunque, all’angolo nord-orientale dove parte il nuovo tracciato realizzato con 500 metri di funi e 160 ancoraggi fissi. Questo itinerario segue la vecchia via aperta da Giovanni Angelini e Franco Vienna nel 1931.
Le difficoltà tecniche sono notevoli, poiché l’ascesa comprende anche salti verticali. La Tissi termina una volta raggiunto il Rifugio Torrani, ma è possibile proseguire lungo la via normale che porta alla cima del Civetta. Per la discesa, dal Rifugio Torrani, si segue la via normale del Piovanel, scendendo al piede delle rocce sul versante orientale.
Via ferrata degli Alleghesi
Quota massima: 3220 m
Difficoltà: difficile, lunga, alpinistica
Partenza: Palafavera (1507 m), sulla statale 251, Pecol di Zoldo Alto e a sud della Forcella Staulanza
Punti di appoggio: Rifugio Adolfo Sonino al Coldai (2132 m).
Tempi di percorrenza: 8-9 ore, di cui 5 ore per la ferrata.
Note: L’Alleghesi è una delle ferrate classiche delle Dolomiti. L’itinerario, oltre che per le difficoltà tecniche, è di grande impegno anche per la lunghezza e per la quota.
Percorso:
Dal rifugio Sonino al Coldai seguire per poche decine di metri il sentiero 560 per Forcella Coldai poi prendere sulla sinistra il sentiero Tivan; l’attacco si trova a circa ore 1,30 dopo la Forcella del Schienal del Bech. La ferrata si snoda sul versante orientale del Civetta. Inizialmente si risalgono alcune funi metalliche arrivando ad un tratto verticale superabile attraverso delle scale poste sul salto di roccia.
Seguendo evidenti tratti di passaggio e segni rossi, tenendosi inizialmente sulla sinistra, si arrampica per canalini e pareti fino a metà dello sperone della Punta Civetta con passaggi di I° e II° grado non attrezzati. Tra camini e pareti si arriva ad una forcelletta compresa tra una sporgenza e la Punta Civetta. Attraverso il sentiero si risale alla Punta Tissi (2992 m) continuando in cresta, in parte attrezzata, si conquista la cima (3220 mt.).
Dalla cima si scende al Rifugio Torrani ottimo punto d’appoggio per coloro che affrontano la traversata del massiccio lungo le due ferrate o per chi sale la via normale ed anche per gli alpinisti che si sono cimentati sulla salita della parete Nordovest.
Discesa: Dalla cima seguendo la segnalazioni si scende sul versante orientale fino al Rifugio Torrani(2984 m). Da qui la discesa continua ben segnalata lungo la originaria via normale del “Piovanèl”, percorso parzialmente attrezzato da non sottovalutare specialmente in presenza di neve e nebbia. In alternativa si può scendere per la ferrata Tissi un percorso impegnativo che richiede un buon allenamento.
Ferrata Gianni Costantini
Quota massima: 2740 m
Partenza: Rifugio Bruto Carestiato (1834 m) al Col dei Pass, raggiungibile, per comoda mulattiera, dal Passo Duran.
Punti d’appoggio: Passo Duran (1601 m).
Percorso:
L’attacco della Ferrata si trova a pochi minuti dal Rifugio Carestiato; dopo una breve traversata a sinistra, superato un ponticello sospeso, si intraprende la salita tra mughi e lastroni lisci. La prima parte della salita (poche decine di metri) è tecnicamente uno dei tratti più impegnativi della ferrata. Oltrepassato questo, la parete si inclina e permette di raggiungere senza grosse difficoltà il tratto chiave della Costantini, una traversata ascendente verso sinistra che si snoda su una parete gialla a strapiombo, assicurata solo dal cavo.
Superato questo passaggio, è possibile raggiungere la sommità della Pala del Belìa. Salendo ancora, s’incontra un nuovo tratto piuttosto impegnativo, superato il quale le difficoltà diminuiscono leggermente fino ad arrivare alla Cresta delle Masenade (2740 m).
Da qui, scendendo a nord, si può interrompere la ferrata. La Costantini, invece, prosegue a nord-ovest, verso la Moiazza Sud. Inizia qui uno di tratti più caratteristici della Costantini, la traversata delle Cenge Angelini, che porta all’Alto Van de le Nevere e al bivacco Ghedini (2600 m).
Ora la ferrata piega verso il basso, lungo la sponda occidentale della Val dei Cantoni, fino ad incontrare il sentiero 554, che riporta al Rifugio Carestiato. Fate una sosta al Rifugio Passo Duran dove si potranno gustare i sapori genuini dei piatti tipici come la “Fajtas montanara”. Il rifugio offre anche ricovero in confortevoli camere. Tutta l’ospitalità in un ambiente molto accogliente!