Le immense pareti, torri, guglie e pinnacoli che caratterizzano le Dolomiti sono formati essenzialmente dalle linee orizzontali degli strati marini formatesi durante quello che viene chiamato “processo litogenetico” (o della formazione delle rocce) e dalle linee verticali delle spaccature provocate dalle forze sollevatrici dovute allo scontro tra le placche dell’Africa e dell’Europa che hanno caratterizzato la seconda fase, il “processo orogenetico” di vera e propria formazione delle montagne.
Questi incroci di linee sono il segreto profondo delle forme infinite di queste montagne. Sono rocce nate 230 milioni di anni fa quando un fenomeno non ancora del tutto comprensibile fece si che, con il lento depositarsi di sabbie e fanghi sul fondo marino della Paleo-Thetys, molte delle rocce calcaree presenti nelle attuali Alpi si arricchissero di magnesio creando quel composto chimico oggi noto come Dolomia.  Una roccia composta da carbonato doppio di calcio e magnesio individuato per la prima volta da Déodat Gratet de Dolomieu che ha così potuto associare per sempre il proprio nome a queste magnifiche montagne.

Deodat De DolomieuDéodat de Dolomieu

Déodat Guy Silvain Tancrède Gratet de Dolomieu (Dolomieu, 23 giugno 1750 – Châteauneuf, 26 novembre 1801) è il geologo francese da cui hanno preso il nome le Dolomiti.Suo padre verso i 3 anni lo iscrisse all’Ordine di Malta, destinandolo quindi alla carriera militare. Questo avrebbe segnato tutta la sua vita, giacché gli avrebbe permesso di viaggiare e di soddisfare la sua passione scientifica.

Ricevette un’educazione classica dopo la quale si rivolse alla chimica e alle scienze naturali, consacrandosi presto alle geologia.

Individuò la composizione chimica delle rocce alpine che caratterizzano le Dolomiti, scoprendo che il minerale che le costituisce è il carbonato doppio di magnesio e calcio. Dolomieu distinse così la Dolomite dal più comune calcare, ne ebbe la prova scientifica quando inviò dodici campioni di minerale a Nicolas De Saussure. Il mineralista accreditò così definitivamente a Dolomieu la scoperta di questa nuova roccia.

La regione delle Alpi sarà chiamata “Dolomiti” solo molto più tardi: nel 1864 Josiah Gilbert e George Churchill, un pittore e un naturalista, pubblicarono a Londra il resoconto dei loro viaggi col titolo “The Dolomite mountains”.

(fonte fondamentale: vedi wikipedia 2010)

 

L’antico mare ha creato dunque gli strati orizzontali e solo dopo 100 milioni di anni, all’inizio del Cretaceo, 120-130 milioni di anni fa, si sono depositati gli ultimi e più giovani sedimenti attualmente presenti nella regione dolomitica. Solo verso la fine del Cretaceo, cioè 70-80 milioni di anni fa, le forze endogene della terra hanno iniziato a sollevare e piegare lentamente il gigantesco pacchetto di sedimenti creando linee verticali, oblique o contorte. In questa fase il continente africano cominciò lentamente ad avvicinarsi a quello europeo, determinando uno schiacciamento dei materiali interposti ed il loro conseguente innalzamento (orogenesi).

Le Dolomiti iniziarono ad essere interessate da queste dinamiche circa 40 milioni di anni fa ma è soprattutto negli ultimi 25 che si sono avuti gli effetti più forti, le Dolomiti si sono lentamente sollevate dal mare fino a oltre tremila metri di quota. Il maggiore e definitivo sollevamento si è avuto negli ultimi 4-5 milioni di anni quando le dure e resistenti dolomie sono rimaste sempre più isolate, mentre le tenere rocce vulcaniche con i loro derivati sedimentari sono state spianate con facilità dando luogo a valli, passi, altopiani.
Negli ultimi diecimila anni, dopo che le glaciazioni avevano approfondito e smussato le valli, le Dolomiti hanno assunto le forme definitive che vediamo. L’erosione, complice della gravità, è stata quindi lo scultore che ha scolpito definitivamente le pareti ai cui piedi sono rimasti i detriti della sua azione.