All’incirca una decina di anni fa, nei ghiaioni sopra il Passo Staulanza, furono segnalate su un enorme masso staccatosi dal Pelmetto un centinaio di impronte attribuibili ad animali preistorici. La segnalazione si deve a Vittorino Cazzetta, collaboratore del Museo di Selva di Cadore. Studiosi del Dipartimento di Paleontologia dell’Università di Padova. sotto la guida del prof. Miotto, confermarono che si trattava di orme di piccoli dinosauri, risalenti a 200 milioni di anni fa.Le impronte più numerose appartengono a Coleurosauri. piccoli Saurischi carnivori, mentre le orme più nitide sono di un Ornitisco, antenato primitivo degli enormi sauropodi erbivori, l’impronta è tipicamente dinosauriana in quanto tridattile coi dito mediano allungato e le due dita laterali più corte e divaricate.

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Le caratteristiche di questi dinosauri includono un osso sacro esteso, una coda irrigidita distalmente e, in generale, la tibia più lunga del femore. Recenti ritrovamenti fossili provano che almeno alcuni gruppi di celurosauri fossero ricoperti, in vita, da una sorta di piumaggio.[senza fonte] È possibile che queste proto-penne fossero un tratto distintivo dell’intero gruppo.

La maggior parte dei celurosauri erano predatori bipedi; in questo gruppo vi sono alcuni tra i più grandi dinosauri carnivori (ad esempio Tyrannosaurus) e alcuni tra i più piccoli dinosauri in generale (come Microraptor) scoperti finora. Gli uccelli moderni sono ora classificati [senza fonte]come un sottogruppo di celurosauri, appartenenti ai maniraptora.

Teropodi diversificati

I celurosauri sono senza ombra di dubbio il gruppo più diversificato dei teropodi, e forse di tutti i dinosauri, anche senza includere gli uccelli. Vi sono giganteschi superpredatori (tirannosauridi), corridori senza denti (ornitomimidi), due tipi di cacciatori dai grandi artigli simili a uccelli (dromeosauridi e troodontidi), strani erbivori simili a bradipi con immense zampe artigliate (terizinosauri), piccoli animali dalla dieta sconosciuta, con stranissime mascelle e teste crestate (oviraptoridi e caenagnatidi) e alcuni tra i più piccoli tra tutti i teropodi (compsognatidi e microraptoridi).
(Fonte principale Wikipedia 2010)


ornitischiOrnitischi
Gli Ornitischi (Ornithischia) o Predentata sono uno dei due grandi ordini di dinosauri, raggruppanti esclusivamente forme erbivore e dotate di becco.

Gli ornitischi sono noti come “dinosauri dal bacino da uccello” a causa della struttura della loro pelvi, anche se gli uccelli in effetti discesero dai dinosauri “dal bacino da lucertola” (saurischi). Essendo degli erbivori che spesso vivevano in branchi, gli ornitischi furono più numerosi dei saurischi, dal momento che in sostanza erano le prede dei teropodi ed erano più piccoli dei sauropodi.

La divisione dei saurischi dagli ornitischi si basa sul fatto che questi ultimi possiedono una pelvi simile a quella degli uccelli, alcune particolarità nelle vertebre e un osso predentale. Il predentale è un osso posseduto solo dagli ornitischi, che si trova nella parte anteriore della mandibola, ed estende l’osso dentale. Il predentale coincide con la premascella nella zona superiore della bocca. Insieme, queste due strutture formano un apparato simile a un becco, usato per recidere le foglie delle piante. Il pube degli ornitischi punta in basso e verso la coda, mentre quello dei saurischi punta in basso ma verso la parte anteriore dell’animale. Gli ornitischi, inoltre, posseggono finestre anteorbitali più piccole rispetto a quelle di saurischi e pelvi più ampie e robuste.
(Fonte principale Wikipedia 2010)

L’eccezionalità della scoperta sta nella datazione, risalente al Triassico superiore, che identifica nella zona i progenitori dei Camosauri del Giurassico, più grandi e conosciuti (grazie alle numerose ricostruzioni che un po’ ovunque sono state fatte) e nella collocazione geografica,

Le Dolomiti erano un tempo fondali marini e non potevano certo ospitare animali terrestri. Evidentemente in quella particolare zona si era formata una fascia lagunare che poteva offrire abbondante cibo agli animali erbivori e quindi prede per i carnivori. Gli “Amici dei Museo di Selva” hanno stampato un opuscolo informativo, reperibile anche al rifugio del Passo Staulanza.
Accessibilità: Dal Passo Staulanza – da Palafavera – da Coi
Lunghezza: 5 km. tra andata e ritorno
Tempi: 2 ore e mezza tra andata e ritorno
Sentiero: evidenti tabelle gialle
Dislivello: 300 m.
Difficoltà: lungo tratto a saliscendi nel bosco, ripidissima salita finale su ghiaione
Descrizione percorso: Il masso si raggiunge dal Passo Staulanza seguendo per un tratto il sentiero dell’Alta Via delle Dolomiti N.l che porta al Rifugio Venezia. Dopo circa 40 minuti di agevole cammino nel rado bosco, un cartello indica a sinistra “orme dei dinosauri”. Si sale verso le rocce del Pelmetto e, superato un ultimo ripido tratto di ghiaione, si raggiunge in pochi minuti l’enorme masso isolato che si può facilmente vedere anche dal basso.